Descrizione
Verona, 23/02/1878 – 30/03/1964
Presumibilmente allievo di Romeo Cristani all’Accademia di Pittura e Scultura di Verona, Tullio Montini esordisce come autore (tra i più giovani) di alcuni dei ritratti che compongono il Pantheon dei Veronesi Illustri oggi nella Protomoteca della Biblioteca Civica di Verona. Il suo secondo importante incarico fu il Monumento a Felice Cavallotti, inaugurato in piazza Indipendenza il 24 ottobre del 1909, ma già realizzato almeno otto anni prima. Nel 1913 ebbe un’altra importante committenza pubblica per la celebrazione della vittoria di Libia con il monumento sulla facciata di Palazzo Guglienzi Brognoligo in piazza Bra, una Patria dalle forme Liberty all’epoca molto apprezzata. Montini aveva nel frattempo ricevuto committenze private soprattutto di natura funeraria: al cimitero Monumentale di Verona si trovano la lapide per la sepoltura di Beatrice Dall’Oca Bianca, madre del pittore Angelo, realizzata probabilmente sempre nello stesso anno 1909, il Monumento Camozzini, di taglio decisamente più classicheggiante, collocabile sempre in questo stesso anno, il Monumento Montanari, databile tra il ’12 e ’13, in bronzo, espressione già di un mutamento stilistico. Del 1914 è invece il medaglione con il volto di Gregorio Celotti e del 1915 il fiero busto di Albano Franchini, l’imponente Monumento Fedrigoni, nel nuovo lato ‘900 del cimitero, del 1916. A Villafranca (Vr) si trova il ritratto di Adriano Bresaola, ma è presumibile che diversi altri cimiteri della provincia conservino sue opere.
Intanto nel 1916 si inauguravano il Monumento a Cesare Battisti in piazza Indipendenza e il Busto di Carlo Cipolla in Biblioteca Civica, affiancato più tardi da quello di Giovanni Biadego (post 1925) a lui attribuibile. Del 1919 è il Cristo deposto nella Cappella ai Caduti della Chiesa di San Luca. Finito il tempo delle committenze pubbliche, ad eccezione dei busti di Carlo Porta a Lonigo (Vi) del 1920 e di Francesco Dea Piccini a Cologna Veneta (1922), si trovano tra il finire degli anni ’10 e il decennio successivo molte sculture ancora al Cimitero di Verona: le due lapidi per Giorgio Castellani, soldato, e per Gedeone Bissoli, databili tra il ’18 e il ’19, i monumenti Stegagno e Dal Fiumi, databili tra il 1919 e il 1920, mente più tardo, forse verso la fine degli anni ‘20, è l’estroso Monumento a Emilio Salgari, collocato nel pantheon Ingenio Claris.
Nei primi anni ’30, Montini è ancora impegnato in una committenza in memoria dei caduti: sono sue le due coppie di figure della Vittoria, con ramo d’alloro e con fascio littorio, agli angoli dell’attico del sacrario militare di Asiago, completato nel 1936. Le ultime opere di Montini al momento reperite, collocabili tra gli anni ’40-’50, sono il Monumento funerario Rovaldi, con il busto maschile e il bel ritratto femminile elegantemente disegnato nel medaglione, il Monumento funerario Salvi e il ritratto di Pietro Bottagisio, tutte al Cimitero Monumentale di Verona.